mercoledì 19 ottobre 2011

ridurre o eliminare il mal di schiena

Un mestiere sedentario, o semplicemente  troppo tempo davanti a monitor e tastiera, possono causare dolore al collo o mal di schiena. Si assume una postura errata e si mantiene per troppo tempo i muscoli contratti senza accorgersene, e magari, concentrati sul proprio lavoro o sul libro di studio, si scorda di alzarsi per fare una pausa, due passi e rilassare il corpo (e la mente). A fine giornata arrivano i dolori. E se il problema perdura si rischia pure che questi dolori diventino cronici. La soluzione è semplice: almeno una volta al giorno (io preferisco verso fine giornata, ma è soggettivo) bisogna sempre muoversi, fare sport, andare a correre o in palestra per scaricare tutta la tensione fisica e sfogare lo stress. Fare andare quindi i muscoli, che sono fatti per contrarsi e rilassarsi e non per stare fermi, ciò serve per star bene fisicamente e mentalmente: maggior produzione di serotonina (ormone del buonumore), sonno più profondo e regolare, circolazione sanguigna e respirazione migliorate e potenziate. Non tutti gli sport però sono come il nuoto, che è ottimo sotto tutti i punti di vista per il corpo umano (nel crawl lo scheletro è orizzontale e sorretto dal galleggiamento): alcuni sono asimmetrici, altri traumatici per gli arti, altri ancora a rischio urti ed impatti (o basati proprio su questo: basti pensare a boxe e simili). Io ad esempio ricordo che agli esordi su bici da corsa, vuoi per la posizione assunta, vuoi per la bici da settare meglio, per lo scarso affiatamento con l'attrezzo e l'allenamento ridotto, mi ritrovavo spesso con un bel mal di schiena che mi infastidiva pure nelle sedute di corsa, togliendomi scioltezza ed elasticità. Una volta resomi conto che anzichè utilizzare gli addominali, irrigidivo la schiena, ho capito che il problema arrivava da lì. Ho iniziato quindi a fare esercizi e piegamenti quotidiani per potenziare i muscoli addominali. Magari poco ma in modo costante, tutti i giorni appena sveglio, con metodo, avendo capito che sono muscoli raramente usati in modo spontaneo, al massimo un paio di minuti al giorno ogni mattina, seduti sulla tazza... di certo così però non escono a tartaruga, come quelli dei modelli in copertina su Men's Health. Morale: provare a potenziare i muscoli oppositori, cioè del ventre, per verificare se progressivamente spariscono i fastidiosi dolori alla schiena.

domenica 16 ottobre 2011

dieta mediterranea e fat tax


E' ipotizzabile anche in Italia, culla della migliore cucina al mondo e regina della dieta mediterranea, una fat tax come in Danimarca (tassa sui grassi saturi, partita l'1/10 di quest'anno) o la "tassa sulle bibite zuccherate" in Francia e quella anti-obesità in Ungheria? Un tempo avrei detto di no, ma ora inizio ad avere dei dubbi. Il martellamento in tv su cibi "naturali" o "light" è continuo e molti genitori e nonni - per fretta, pigrizia o perchè iniziano a crederci - acquistano e consumano sempre più alimenti industriali preconfezionati. E li propongono belli e pronti ai bimbi. Sono scorciatoie pericolose. Preoccupanti avvisaglie si iniziano ad intravedere: "La “cultura della corretta alimentazione” s’impara da bambini" i bambini mangiano troppo e male. Quindici ragazzi su 100, in un’età critica come quella tra i 6 e i 14 anni, sono obesi; "Bambini italiani sempre più in sovrappeso" Frutta e verdura, ma soprattutto la "dieta mediterranea", non sembrano accogliere il favore dei bambini. Sta di fatto che nel 2010, tra i più piccoli, solo tre su dieci hanno mangiato almeno una volta al giorno verdure e ortaggi; "Dieta bambini: poco pesce in quella dei piccoli italiani" stando ai dati forniti dall’Asca la dieta dei bambini italiani sarebbe troppo povera di pesce; etc.. Forse il nostro prezioso patrimonio gastronomico e culinario è in pericolo quanto quello artistico e la globalizzazione da finanziaria diventerà anche culinaria. Le crisi economiche diventeranno anche crisi gastronomiche? Potranno i presidi slow food difendere le nostre ricette locali, che sono anche manifesti culturali? Lo scopriremo solo mangiando (bene) e cercando di educare al cibo e alla vita salubre. Se non ne siete convinti, allora salutatemi Carletto e buon appetito con i vostri Sofficini doppia mozzarella...
Intanto qualcosa si muove anche da noi.


giovedì 13 ottobre 2011

integrazione del pil



P.I.L. è l'acronimo di Prodotto Interno Lordo, ovvero un indice che sintetizza redditi dei lavoratori e guadagni delle imprese. La variazione è comunemente utilizzata per verificare nel mese-trimestre-anno se cresce o cala la ricchezza di un paese. Ma io non sono il primo nè l'ultimo a pensare che il pil sia un indice insufficiente a misurare lo sviluppo, anche  Robert Kennedy nel 1968 lo sostenne chiaramente, come potete vedere nel video qui in alto. Nell'ipotizzare altri indici c'è anche chi ha pensato di crearne uno per misurare la felicità (!) della popolazione, ma si incappa sempre in difficoltà di realizzazione e misurazione. Un indice che si potrebbe ipotizzare è il B.I.L. Benessere Interno Lordo. Benessere perchè inerente i servizi e le strutture che migliorano la salute delle persone, interno perchè misurabile in ambito cittadino oppure italiano, lordo perchè se il pil tiene conto degli ammortamenti pluriennali, il bil tiene conto dei cambiamenti in un lustro o due, deve essere visto come indice di medio respiro. Se prima il nostro comune puntava ad un aumento del pil della città costruendo garage, parcheggi e grandi magazzini, ora - in un'ottica di incremento del bil - lo vedremo allargare la zona pedonale del centro città. Non è detto che questo porti poi necessariamente ad una contrazione dei consumi... ma dovranno cambiare certe abitudini. E sappiamo tutti che cambiare abitudini è un processo più lento. Ma proviamo ad immaginare quali possono essere i metodi - coercitivi e non - con i quali chi decide può portare i cittadini a  modificare le consuetudini "malsane". Butto lì quel che mi viene in mente alla rinfusa (considerato però anche che questa estate sono andato in ferie nel paese più civile del mondo, la Norvegia,  e qualche idea me la sono fatta in prima persona); i coercitivi (più odiati): contro lo smog targhe alterne, z.t.l. zona a traffico limitato, tasse sui carburanti (ulteriori), tasse su alcool e sigarette (in Norvegia le sigarette costano il triplo che da noi!), la fat tax introdotta recentemente in alcuni paesi nordici (tassa sugli alimenti troppo grassi), la raccolta differenziata obbligatoria. I non-coercitivi: realizzazione di parchi gioco, tram, piscine (nuoto, lo sport più sano di tutti - gratis in UK per molti -), piste di atletica, strutture sportive in generale, sanitarie, creazione di piste ciclabili e zone pedonali. La domanda  che mi pongo ora è: può il bil essere calcolato e quindi utilizzato e diffondersi? assimiliamo il concetto e in un prossimo post proverò a verificarlo sulla mia città: Venezia. Qui sotto vedi l'andamento del pil italiano dal 1960 ad oggi (fonte Google public data explorer) e la crescita demografica  nello stesso periodo. Considerato sia l'uno che l'altro si vede che il benessere pro-capite, inteso come ricchezza, è certamente cresciuto (fermo restando i polli di Trilussa), la crescita del benessere inteso invece come salute andrebbe misurato utilizzando la variazione del bilSEGUE QUI
Articoli correlati: FIL vs PIL: l’esperienza del Bhutan.

crescita demografica
crescita pil in US$


domenica 9 ottobre 2011

scarpe leggere

Se devi correre distanze medio-lunghe leggi il mio post precedente sulle scarpe ammortizzate, ma se devi fare qualche allenamento corto o qualche gara su distanza  breve, allora segnalo che con modica spesa puoi portare a casa una scarpa marchiata Kalenji (il nome arriva da una tribù Keniota) in vendita nella catena Decathlon. E' una A2 da 275 gr molto semplice, ma ha una particolarità, utilissima per un cambio veloce in una gara di triathlon, ovvero l'allacciatura a strap che permette di indossarla in un lampo. Sono in vendita anche in altri colori, bello l'azzurro:
Un'ultima cosa da aggiungere, importante per chi corre per dimagrire: 


la formula per calcolare quanto si brucia correndo o in camminata veloce è semplice (perchè prescinde dalla velocità): 1 kcal al km per ogni kg di peso corporeo. Ovvero se corro per 10 km e peso 60 kg brucio 600 kcal.

scarpe ammortizzate

Mangiare la giusta quantità di cibo e mangiare cibo sano non basta. Semplicemente perchè il corpo umano non è progettato per stare fermo. Se rimane fermo va incontro inevitabilmente a vari problemi. E tutte le diete più famose o alla moda (crudismo, dieta mediterranea, ipocalorica, dissociata, etc.) da sole non valgono niente, se non si brucia il carburante che si mette nel serbatoio. E il modo più veloce per farlo è la corsa. Corsa e camminata veloce asciugano il grasso corporeo (vedi qui come). Importante è però stare molto attenti non solo a dove mettiamo i piedi ma soprattutto a come: perchè come dice sempre il vecchio Roger "lo sport fa male" e soprattutto la corsa. Naturalmente lui scherza (corre maratone) sì, ma mica troppo; infatti a lungo andare muscoli, tendini e soprattutto ossa e giunture risentono dello stress a cui sono sottoposti, se non adeguatamente protetti. Ci vuole una buona scarpa con una buona ammortizzazione. E visto che io ho appena sostituito le mie affezionate ASICS Cumulus (usate per parecchie paia) con delle ASIC Nimbus, volevo spendere due parole a riguardo. Non sono le  scarpe di Paperinik, con la molla sotto per fare i balzi, ma effettivamente sono ben ammortizzate. Inoltre il modello Nimbus di quest'anno ha perso peso ed è diventato più leggero delle Cumulus, pur rimanendo nella categoria A3 (massimo ammortizzazione, peso fra 300 e 400 gr, per qualunque distanza). Per la forma del mio piede - corto e sottile - le Asics sono le migliori, per voi la scarpa migliore potrebbe essere una Saucony o una Mizuno. Cercatela e ricordate che la scarpa è importante, ma forse i keniani non lo sanno visto che vanno forte anche senza...


domenica 2 ottobre 2011

birra analcolica seconda parte

beck's
Continua il post sulla birra analcolica per andare a verificare quanto detto: l'analcolica è buona come quella tradizionale? Merita di trovare posto sulla nostra tavola oppure non assomiglia nemmeno all'originale? Personalmente penso che la risposta alla prima domanda sia affermativa ed una volta provata si fa difficoltà a tornare indietro. In un primo momento lascia interdetti perchè sembra che manchi qualcosa... ed in effetti qualcosa manca, l'alcool!

coop
E' stato tolto a birra fatta, o hanno interrotto la fermentazione appena raggiunto il tasso desiderato. Al primo assaggio si sente subito che manca. Ma se si continua a consumarla ci si abitua e non ci si fa più caso. La Beck's analcolica è amara come la sorella alcolica, la Coop viene da Pedavena e quindi presumo sia proprio una "Pedavena" rimarchiata.
tourtel
Poi c'è la Tourtel, che è la più famosa perchè è uscita prima di tutte le altre ed ha aperto la strada al resto del mercato. Non esiste un'equivalente alcolica per confrontarla.

pedavena
Provatene più d'una come sto facendo io e scegliete quella che vi piace di più. segue qui