E' ipotizzabile anche in Italia, culla della migliore cucina al mondo e regina della dieta mediterranea, una fat tax come in Danimarca (tassa sui grassi saturi, partita l'1/10 di quest'anno) o la "tassa sulle bibite zuccherate" in Francia e quella anti-obesità in Ungheria? Un tempo avrei detto di no, ma ora inizio ad avere dei dubbi. Il martellamento in tv su cibi "naturali" o "light" è continuo e molti genitori e nonni - per fretta, pigrizia o perchè iniziano a crederci - acquistano e consumano sempre più alimenti industriali preconfezionati. E li propongono belli e pronti ai bimbi. Sono scorciatoie pericolose. Preoccupanti avvisaglie si iniziano ad intravedere: "La “cultura della corretta alimentazione” s’impara da bambini" i bambini mangiano troppo e male. Quindici ragazzi su 100, in un’età critica come quella tra i 6 e i 14 anni, sono obesi; "Bambini italiani sempre più in sovrappeso" Frutta e verdura, ma soprattutto la "dieta mediterranea", non sembrano accogliere il favore dei bambini. Sta di fatto che nel 2010, tra i più piccoli, solo tre su dieci hanno mangiato almeno una volta al giorno verdure e ortaggi; "Dieta bambini: poco pesce in quella dei piccoli italiani" stando ai dati forniti dall’Asca la dieta dei bambini italiani sarebbe troppo povera di pesce; etc.. Forse il nostro prezioso patrimonio gastronomico e culinario è in pericolo quanto quello artistico e la globalizzazione da finanziaria diventerà anche culinaria. Le crisi economiche diventeranno anche crisi gastronomiche? Potranno i presidi slow food difendere le nostre ricette locali, che sono anche manifesti culturali? Lo scopriremo solo mangiando (bene) e cercando di educare al cibo e alla vita salubre. Se non ne siete convinti, allora salutatemi Carletto e buon appetito con i vostri Sofficini doppia mozzarella...
Intanto qualcosa si muove anche da noi.
Intanto qualcosa si muove anche da noi.
Nessun commento:
Posta un commento