domenica 28 aprile 2013

bici: come il porco


La bici è come il maiale, non si butta via niente. Cuore, fegato, polmone, milza, cervello, animelle, piedini, nervetti e trippa, per la povera gente che non poteva permettersi tagli di carne più pregiati, erano un'ottima risorsa proteica. E per il ciclista da città un bel telaio - in acciaio - del 1986, come questo in foto della Bottecchia, è una splendida base per una bici da tutti i giorni: manubrio dritto o a corna di bue al posto del classico con piega da corsa e il gioco è fatto.


Suggerisco inoltre a) sonello (i.e. campanello) per svegliare i pedoni storditi, a rischio arrotamento, che deambulano distratti aggiornando il loro profilo facebook sulle pubbliche piste anzichè stare sul loro bel marciapiede a pestare deiezioni canine b) pedali con appoggio largo prelevati da altro mezzo (e.g. mtb) c) robusta catena ed abbondante strato di ruggine sul telaio e parti varie come antifurto, se la bici sosta in strada durante la giornata lavorativa.

Inoltre consiglio di lasciare sia doppio freno che cambio: non li ripiangerete se per la strada incontrerete fanatici su scatto fisso oppure nelle gite fuori porta affiancando bici-turisti.


Questo per la città (e via sulle piste), ma il medesimo approccio vale anche per le gare: quando i telai tutto alluminio o misto-carbonio diventano "obsoleti" e la befana ci porta un bel full carbon, ecco che il mezzo da gara diventa una gran bella seconda bici da allenamento


per mano del suo bravo creatore-artigiano Leonardo a Marghera Venezia.

Ed ecco allora che può ritornare a sfrecciare in gara una splendida bici, a sua volta considerata sorpassata dal suo ex proprietario,


con una nuova genesi, ancora una volta operata dallo stesso demiurgo "Zanetti bike".


Così trasformazione e rinascita si perpetuano, in totale armonia induista, per la gioia e la soddisfazione di chi fa andare ancora questi mezzi, in perfetta armonia col pianeta...