sabato 19 maggio 2012

orto e giardino verticale

attenzione: non edibile

Frutta e verdura insapori? Colpa della grande distribuzione e dello sfruttamento industriale dei terreni? Che fare se si fa fatica a distinguere la frutta vera da quella finta? Chi ha la fortuna di avere a disposizione un piccolo terrazzo o un giardino può organizzarsi egregiamente per rendere nuovamente i suoi piatti saporiti e ridurre la massiccia percentuale di pesticidi e conservanti ingeriti regolarmente, più o meno consapevolmente.
Basta alternare i vasi dei fiori a quelli dei sapori, come sul mio terrazzo: margherite e prezzemolo, basilico, salvia

avendo cura di separarli dalla menta, se volete che il vostro mojito non ne risenta:
e la vostra quiche farà sicuramente un salto di qualità
Ma c'è anche chi, buongustaio ed amante della patata, si spinge oltre. Con poche cure ed ottima resa arriva a produrre da mezzo chilo a sette chili, in mezzo metro quadrato. Ecco un sistema semplice ed ingegnoso per coltivare le patate in giardino o persino in balcone.
E anche chi ha poco spazio o solo finestre non deve scoraggiarsi, come si può vedere qui:

Dalle bottiglie d'acqua tagliate ai grattacieli con green roof, il Vertical Gardening sta diventando una vera e propria forma di design. Date un'occhiata a questo video per farvi un'idea delle sue infinite possibilità:


naturalmente Italians do it better:

Agriturismo su Green Style

si ringrazia +peppe croce e +nicola deiana

domenica 13 maggio 2012

riding mountain bike in the heart of Venice (part 3): the nord side of the Lagoon



A chi risiede per le ferie a Lido di Venezia ed ha portato con sè la sua amata MTB, suggerisco un bel giro da fare, per visitare il lato nord della laguna di Venezia. Infatti la maggior parte dei turisti si limitano a visitare Venezia centro storico, mentre chi va oltre visita anche le isole interne alla laguna. E' sicuramente un grande spettacolo. Ma riuscire a cogliere completamente il contesto dove è nata e prospera da secoli questa città, dà un'idea ancora maggiore della sua bellezza. E non dico solo guardando fuori dal finestrino dell'aereo partendo o atterrando dall'aereoporto Marco Polo...

Partenza da Lido centro, piazzale Santa Maria Elisabetta, prendete la "motonave" linea 14 verso Punta Sabbioni. 1,10€ il costo del ticket per la bicicletta, partenze ogni 30 minuti.
Appena sbarcati andate subito a destra tenendo la laguna alla vostra sinistra
e al ponte girate per la strada - solo ciclabile - che costeggia sempre l'acqua, in modo da non tagliare via la punta
infatti vi troverete davanti una bella vista della laguna aperta, con cavane per le barche a remi
e i galeoni Jolly Roger:
navi "pirata" per le escursioni con equipaggio agghindato. A bordo matrimoni, eventi e feste a tema.
procedete sempre costeggiando il canale, arriverete ad una rotonda con un ponte. Il ponte collega Treporti al resto della terraferma. C'è un itinerario cicloturistico che la percorre. Voi continuate sempre dritti
e arriverete in una zona residenziale ben coltivata.
con allevamenti
orti
serre
e "profumati" campi ben coltivati
Tutta questa zona è famosa per gli aspargi verdi (che crescono bene sui terreni sabbiosi). Ogni anno a maggio c'è infatti la sagra dee sparesee a Cavallino con la regata su mascarete a due remi.
A Ca' Ballarin prendete il ponticello di via della Marinona
per un breve sterrato
suggestivo
che vi porterà dritti davanti a Cavallino
dove, tagliando il centro del paese e passando dietro ai quartieri residenziali
troverete una ciclabile che poi diventa strada bianca
piacevole, con dei bei casotti da pesca
percorrendola tutta arriverete al Fiume Sile. Forse si può rimanere sulla riva destra del fiume (c'è una chiusa sul canale che potrebbe essere percorribile con la bici, è da verificare), ma voi tornate verso la strada statale principale, per attraversare il fiume tramite il gran ponte, sopra il porto di Jesolo
A questo punto cercate di ritornare al lungo-argine sul lato destro del Sile. Io ci sono riuscito più avanti, passando a fianco del maneggio e del Golf Club, ma mi sono accorto poi vedendo le mappe che si può attaccare subito.
Il lungo argine non è propriamente scorrevole,
tutt'altro (anche se io ho avuto la fortuna di trovarlo con l'erba alta appena tagliata), ma poi via via diviene più veloce
per poi divenire facilmente e rapidamente transitabile.
Proseguite sul lato destro del fiume fino ad incontrare un grande ponte ciclabile
seguito da un'altro utilizzabile anche dai mezzi a motore
e continuate, stavolta rimanendo sempre sul lato sinistro del fiume Sile per via Dragojesolo, che vi porterà fino ad un bivio che conduce appunto alla valle omonima e poi alla valle Grassabo':
una deviazione da 12/14km lungo una strada bianca
(attenti a non farvi impallinare)
che, se le porte di quest'ultima valle sono aperte, vi condurrà fino nel cuore della laguna nord col suo paesaggio tutto caratteristico e a diretto contatto con la sua fauna indisturbata



Per esempio anatre e germani di ogni tipo, i cormorani, gli aironi, rossi, bianchi, gazzetta e cenerino. Se invece trovate le porte chiuse potete sempre continuare verso l'azienda agrituristica La Barena
dove potete addirittura affittare barche. Dev'essere molto bella. Ritornando invece al punto dove avete deviato, poco più avanti trovere una cartello che indica che a 6km (sempre lungo il fiume), ci sarà un ponte di barche (vere e proprie barche, non per modo di dire)
che vi permette ai mezzi a motore di attraversare con 70 centesimi (gratis le bici). Non va preso, altrimenti ci si immette sulla strada ad alta percorrenza.
Si deve restare sul lato sinistro perchè poco più in là inizia un tratto molto bello
anche se disagevole, soprattutto se trovate l'erba alta fino al ginocchio come è capitato questa volta
ma fidatevi: il terrapieno sotto c'è. In mezzo a tanta verzura facile intravedere qualche lepre. A questo punto state percorrendo esattamente la direttiva sud-nord del "triangolo" previsto da questo giro: alla vostra sinistra la laguna e davanti a voi vedrete decollare gli aerei dall'aereoporto internazionale.



Qui siamo sul punto più distante dalle bocche di porto, dove entra ed esce il mare, e l'acqua si muove decisamente poco. E' una barena torbida e poco profumata, fangosa e non profonda. Barena da barocespuglio o ciuffo d'erba, un terreno acquitrinoso su cui crescono sterpi e arbusti
E sperduto in mezzo a tutto ciò, non si sa esattamente se raggiungibile a piedi o via acqua, un mini porticciolo

e alla fine della tratta, dopo un piccolo guado (ma solo se l'acqua della laguna è alta), le capanne in batteria di una associazione sportiva di caccia o pesca.
A questo punto siamo arrivati a Caposile: attraversando il ponte

sulle chiuse
arriviamo ad un altro porticciolo (questo più civile)

e da qui in poi non ci sarà più nulla di rilevante: solo una lunga noisa statale dove il traffico scorre veloce senza nulla da notare: Cà Noghera, l'aereoporto Marco Polo, Tessera. Da fare a testa bassa fino a quando non si arriva a Mestre, al ponte ciclabile di San Giuliano, che vi porta nel grande parco.

lasciato alle spalle e percorsa la bretella sopra la statale arriverete al Ponte Littorio, meglio noto come ponte della Libertà, che collega Venezia al resto del mondo
(o viveversa, come diceva il poeta) e sull'isola del tronchetto il ferry-boat per il Lido (sempre 1,10€ il ticket per il vostro mezzo) vi permetterà di chiudere il lungo giro.

i post precedenti: