sabato 19 gennaio 2013

altre analcoliche


Non solo il baffuto Moretti cede al vizio di togliere l'alcool per mettere lo zucchero, ma anche la signora Carrefour cerca di addolcire la sua lattina, per fare il verso alle bibite gassate prodotte e consumate in enorme quantità in tutto il mondo.
Però, se non altro, i francesi addolciscono questa loro Lager utilizzando un dolcificante più pregiato, proveniente dal malto d'orzo, ingrediente primario della birra.

nel comodo formato latina di alluminio
Io personalmente preferisco la birra nè dolce nè amara. E anche la Beck's ha prodotto una versione della sua classica alcoolica con un gusto più rotondo: la Beck's Next. E' una "ibrida" (del tipo radler: birra insieme a limonata) un mix di gazzosa con limone verde. La leggenda vuole che la radler sia nata per dissetare un'orda di ciclisti senza farli poi schiantare. Ma allora tanto vale dissetarsi con le non-alcoliche, beviamo direttamente quindi la ottima - e nuova - Beck's Blue. Anche in Germania inizia a tirare la vendita di non-alcoliche.




Ma una volta provata non è detto che non si torni su di una marca semplice, molto economica e senza tanti fronzoli quale la Union (di provenienza Slovena o Croata).


sui post precedenti:
oltre la birra analcolica: la spuma
birra analcolica quarta parte: von wunster
birra analcolica terza parte: moretti zero
birra analcolica seconda parte
birra analcolica

martedì 1 gennaio 2013

triplice: piace da morire


Il Triathlon è uno sport da pazzi? E' lecito chiederselo, dato che è nato come scommessa sommando le tre gare più impegnative delle Hawaii: nuoto in acque libere a Waikiki, bici su lunga distanza e maratona a Honolulu.

Non lo è più da quando è diventato uno sport olimpico, praticato per lo più da professionisti e da atleti agonisti.
E da quando si gareggia anche su distanze ridotte rispetto alla formula originaria: 25,75km (detto sprint) e 51,50km (lunghezza olimpica), distanze sicuramente più abbordabili per gli esordienti.

Non è azzardato dire però che si tratta di uno sport pericoloso, se viene praticato da persone che gareggiano senza adeguata preparazione o controllo medico.
Proprio come alla genesi - per altro recente - di questo sport: farlo per scommessa.

Peccato però che alla prima gara nel 1977 hanno preso il via 14 partenti, mentre oggi ci sono gare che vedono al tuffo iniziale 3.000 nuotatori: per esempio il triathlon della città di New York City dove ci hanno lasciato la pelle due partecipanti nel 2011 (26 sono stati ripescati vivi) e uno nel 2008.
Per quanto sia imponente e professionale l'organizzazione, gestire una tale quantità di nuotatori non è per nulla semplice, sopratutto se fino a ieri alcuni di questi hanno nuotato solo nella piscina sotto casa.
E nuotare in acque libere è ben diverso che farlo in una vasca.
Ma anche la sessione su ruote non è uno scherzo, sopratutto negli eventi dove la scia fra ciclisti è consentita: si formano "nuvole" di corridori che stanno appiccicati alla ruota davanti per tagliare meglio l'aria, viaggiando così più veloci con minor fatica.

E per farlo in sicurezza ci vuole una certa perizia, vedi questo video esplicativo (thanks to http://www.cycling-secrets.com/):



Comunque per capire meglio cosa passa per la testa a 'sta gente provate a dare un'occhiata al post come riconoscere un triathleta.