sabato 14 luglio 2012

oltre la birra analcolica: la spuma


Se è vero che dalle droghe leggere si passa a quelle pesanti, allora è vero anche che dal gin-tonic si passa ai superalcolici. E che la spuma è il trampolino di lancio verso un mare di birra schiumosa... In realtà io sto cercando di fare un downgrading verso le birre analcoliche e la storia completa la potete leggere qui quattro, qui tre, qui due e qui uno.
E ho ritrovato la spuma che bevevo da piccino e che una volta si trovava, assieme alla cedrata, praticamente in ogni bar.


Non è proprio uguale ma gli ingredienti, bevanda aromatizzata e birra (acqua gassata, aroma di limone e d'arancia, acido citrico ad ascorbico, caramello E 150c - acqua, malto d'orzo, sciroppo di glucosio, estratto di luppolo) sono quasi gli stessi e la potete trovare in una catena di supermercati francese (Carrefour) molto fornita, in pratica confezione da 10 pezzi da 25cl. Il colore è proprio quello che ricordavo: come birra.


Sempre lì vi troverete anche l'ottima ed economica Clausthaler, in abbondati bottiglie da 66cl


come la Von Wunster, intelligentemente spinta verso i consumatori sportivi (vedi quest'altra etichetta).


E sempre parlando dei francesi come non citare lo scrittore contemporaneo Philippe Delerm, con il suo La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita:

"E’ l’unica che conta. Le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un’abbondanza sprecata. L’ultima, forse, riacquista, con la delusione di finire una parvenza di potere… Ma la prima sorsata! Comincia ben prima di averla inghiottita. Già sulle labbra un oro spumeggiante, frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato beatitudine velata di amarezza. Come sembra lunga, la prima sorsata. La beviamo subito, con avidità falsamente istintiva. Di fatto, tutto sta scritto: la quantità, né troppa né troppo poca è l’avvio ideale; il benessere immediato sottolineato da un sospiro, uno schioccar della lingua, o un silenzio altrettanto eloquente la sensazione ingannevole di un piacere che sboccia all’infinito… Intanto, già lo sappiamo. Abbiamo appreso il meglio. Riappoggiamo il bicchiere, lo allontaniamo un po’ sul sottobicchiere di materiale assorbente. Assaporiamo il colore, finto miele, sole freddo. Con tutto un rituale di circospezione e di attesa, vorremmo dominare il miracolo appena avvenuto e già svanito. Leggiamo soddisfatti sulla parete di vetro il nome esatto della birra che avevamo chiesto. Ma contenente e contenuto possono interrogarsi, rispondersi tra loro, niente si riprodurrà più. Ci piacerebbe conservare il segreto dell’oro puro e racchiuderlo in formule. Invece, davanti al tavolino bianco chiazzato di sole, l’alchimista geloso salva solo le apparenze e beve sempre più birra con sempre meno gioia. E’ un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata".

Troppo pomposo, come molti francesi? forse sì: io credo piuttosto nella spinta della "coazione a ripetere" che mi induce a tornare all'ambrata spuma come quand'ero piccino.

3 commenti:

  1. Volevo sapere se quindi la "birra" Panachè è analcolica? E' vendibile ai minori di 18-16?
    Grazie mille e rispondetemi per favore

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  2. "La legge quadro (L. 125 del 30/03/2001) su alcol e problemi alcolcorrelati stabilisce che si può definire bevanda alcolica ogni prodotto che contiene alcol con gradazione superiore a 1,2 gradi. Secondo la legge, quindi, è possibile definire analcolica una bevanda che abbia una quantità di alcol inferiore a questo valore"
    La bibita Panachè si può definire analcolica dato che l'alcol contenuto è minore dell'1%. E quindi è vendibile anche ai minori di anni 16.

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    1. Grazie mille!
      Sei stato gentilissimo!
      Ciao!

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