mercoledì 4 gennaio 2012

la scimmia della corsa


Tutti prima o poi hanno iniziato a correre. Per i più svariati motivi: dimagrire, tenersi in movimento, stare in compagnia, darsi una svegliata, etc.. Alcuni hanno smesso presto, altri dopo un pò, altri ogni tanto vanno. C'è poi chi corre abbastanza spesso: si sente libero, più sano, migliore; così scarica lo stress. Ma a qualcuno però ha preso veramente male: gli è salita una scimmia sulla schiena e non lo molla più. Le endorfine sparate con la corsa gli si sono aggrappate al cervello e non se ne vanno facilmente, sono come la morfina: ne vuole ancora e sempre di più. Aumentano gli allenamenti, le distanze, le gare. E via di ripetute: cronografo, cardiofrequenzimetro e gps anche quando sia va a fare lo struscio in centro.


Una maratona non basta più (partono gli sfottò pure dal Corriere della Sera:  l’improvvisa passione per la maratona è il nuovo segno inequivocabile del rincretinimento pre-senile del maschio 40/50enne contemporaneo), ce ne vogliono parecchie l'anno oppure si va in cerca di dislivelli, corse campestri, sky-races. La  meta successiva si chiama ultramaratona.
Ma il reale motivo di tutto questo consumo di calorie, integratori, scarpe Asics o Mizuno... di questa produzione di sudore e Watt dispersi in barba a Kyoto, la verità qual'è? La verità non va cercata nel fisico, nel terreno. Il motivo di tutto ciò è ultraterreno. Il corridore corre e soffre. Più soffre e più deve soffrire aumentando la strada o accelerando il passo. Il Cristiano se lo spiega attraverso l'espiazione indotta dal dolore: il dolore ha un'azione salvifica, monda dai peccati. Il non-Cristiano corre e viene scosso dall'eroico furore (come ci insegna Giordano Bruno): supera se stesso e superandosi intuisce l'infinito, si avvicina a Dio. Aristotele, seppur nato in quella Grecia patria della disciplina, non apporverebbe, predicando un'aurea mediocritas.
E le donne? se ci hanno già catturato ci lasciano correre via volentieri, per concederci quella beata illusione di libertà, se invece ancora non ci hanno accalappiato devono adeguarsi.



QUI la seconda parte

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