sabato 14 gennaio 2012

la scimmia della corsa parte due


Visto che gli esperti della materia sul forum di Spirito Trail mi tirano in lingua, riprendo il mio precedente post per cercare di dare un aiuto ai poveretti che hanno questa scimmia e vogliono farla scendere. Le strade più note sono tre: a) passare dalla corsa normale a quella veloce, moltiplicando in modo irrazionale il numero di gare alle quali ci si inscrive.  E puntando a fare il risultato della stagione contemporaneamente su tutte. La ricerca del primato e la velocità smodata potrebbero far perdere la presa al primate e mandare noi in sovrallenamento. Risultato: libertà temporanea b) passare dalla corsa normale alla corsa lunga, seguendo l'esempio di Forrest Gump


col rischio di fare però la fine di Fauja Singh maratoneta recordman ultra-novantenne, tuttora sulla breccia


e dover correre fino a 100 anni. Se invece la fortuna assiste ci si consuma per attrito e ci sbriciola prima. Ma se sei indistruttibile come Aldo Maranzina ti montano una protesi all'anca alla Terminator e sei da capo. Risultato: libertà rimandata nel tempo.


c) l'uomo discende dalla scimmia, quindi se l'uomo sale i ruoli si invertono e la scimmia finalmente scende. O perde la presa e cade all'indietro. E' questa la terza via scelta dai nostri amici corridori trail: campestri, sterrati, salite, discese e rifugi di montagna. Forse i più saggi, essi lasciano le strisce di asfalto puzzolenti e il tapis roulant fra quattro mura per andare a vivere la natura. Risultato: immediato, qualora dovessero perdere la concentrazione, correndo giù, a rotta di collo, su quei sentieri rocciosi...

Comunque ricordate, i veri fuori di testa non sono questi tipi strani bensì chi, dopo una giornata di lavoro seduto davanti alla scrivania, si piazza sul divano davanti alla tv per altre 3-4 orette. Perchè l'uomo è stato progettato per lanciare, saltare e correre. Questo ha fatto negli ultimi 10.000 anni... a parte ora. E quindi per "coazione a ripetere" cerchiamo la felicità.

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